dimanche 22 juin 2008

Idee

Ho quattro mesi. So guardare ora, riconoscere i movimenti, sorridere in risposta ai sorrisi, e tenere in mano qualche piccolo ninnolo. Non posso muovermi da solo ancora, la mia vita è tutta nella mente: ho la saggezza di un vecchio che, muovendosi sempre meno, osserva il mondo con distacco e precisione. Chi ha detto che i bambini sono immersi in un brodo primordiale di sensazioni e movimento ? Il movimento è scarso, se non quando sono trasportato, e le sensazioni noiose, sempre le stesse : la fame, il seno della mamma, il latte, la luce del giorno, il buio, mi sono abituato. Il mondo dei fatti bruti, quello che mi entra da orecchie, occhi, naso e bocca, è già dato per scontato, è la fuori e mi sorprende molto poco. Il mondo delle idee invece, di come le idee si formano nel mio cervello, è ricchissimo e meraviglioso : un oggetto ne colpisce un altro e, hop, quell’altro comincia a muoversi, questo sì che è interessante, le cose sono legate tra di loro dalle idee che io ho nel cervello, le cose sono grandi e piccole, prima e dopo, animate e inanimate, parlanti e mute. Le parole anche sono piene di leggi, di regolarità che io so capire. Quando parla la mamma ora so che dopo un « aa » ci sarà un qualche movimento di labbra o di lingua che interrompe il suono, una consonante per intenderci. Tutto questo eccita terribilmente il mio cervello che lavora indefesso : approfittando dell’inerzia del mio corpo, la mente ha tempo per registrare, classificare, collegare e sviluppare miriadi di connessioni tra idee e cose con tutta l’energia che risparmia a dare giusto pochi comandi ai muscoli. Sono come Visnù che allungato su una foglia di loto, pensa il mondo. Forse è qui il segreto dell’intelligenza umana, in questa noia e inazione dei primi mesi. Sono un filosofo prima di essere un uomo per intero : ancora prima di essere in piedi, di essere il famoso bipede dalle mani libere che tanto domina la natura, sono un pensatore inerte e solitario. Ho problemi metafisici estremamente sottili : quelle due bottiglie sono uguali sì, ma anche la bottiglia che ho visto prima e che è riapparsa dopo è uguale a sé stessa. Le idee sono come una colla che dà senso al mondo : le esperienze sono limitate, le idee no. E’ la vita ideale, mamma, latte e metafisica, piango poco, sorrido sempre, gli occhi si muovono veloci dappertutto, l’azione è solo nella mente. Mi sorprende quando il mondo mi resiste, quando la colla del mio pensiero non riesce a tenere insieme gli eventi : quando un movimento che dovrebbe procedere linearmente cambia ritmo o si interrompe bruscamente : mi interessano le cose che si accendono e si spengono, che prima ci sono e poi scompaiono, mi chiedo se ci sono veramente anche quando sono spente, se persistono o se si annullano. Il mondo è incerto intorno, ho bisogno di qualche àncora essenziale, ho bisogno di persistenza, di parole, di oggetti, di calore umano, ho bisogno di sapere che c’è qualcosa là fuori sempre e comunque, anche quando tutto è spento, quando il calore della mamma è lontano, quando gli oggetti si deformano spostandosi, mutano o scompaiono. Solo la mia mente che lavora velocissima mi dà quella certezza, e insieme la mia bocca, che succhia avida il latte della mamma e mi fa sentire connesso al mondo buono dentro e fuori il suo corpo.

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